14
Feb
08

Arrigo Boldrini, setto “bulow”, senatore, partigiano, politico vero

Vi allego qui sotto la lettera di addio che un consigliere comunale scrive in ricordo dell’amico Arrigo Boldrini. Potrete trovare facilmente su internet la sua biografia.
Un politico non di altri tempi ma con idee “sane”. Che pensava sempre che il suo ruolo non servisse a se stesso ma alla collettività.
Forse quello che talvolta manca oggi… un po di sano altruismo. La politica, in fondo, è anche questo.
Viva l’Italia e viva “Bulow” un altro nostro eroe da cui prendere esempio.
Matteo

… ho
avuto la fortuna di conoscere Arrigo
Boldrini detto “Bulow”, una persona
magnifica che mancherà a questo nostro
Paese ormai martoriato, un uomo grande
nella sua semplicità e piccolo nel non
volere mai apparire se non quando
bisognava decidere e fare cose per il
popolo che tanto ha amato, per il suo
Paese che con onore e onestà ha difeso
e salvato dal fascismo e dal nazismo.
Era bello sentirlo parlare di come si può
servire lo Stato con passione ed onestà,
qualità che questi mascalzoni che ci
governano oggi non hanno nemmeno
nelle suole delle scarpe, e ricordo i
consigli che mi suggeriva per il mio ruolo
di assessore comunale che allora
ricoprivo nel comune dove abitavo:
“Quando sei amministratore pubblico
devi sempre agire nell’interesse dei
cittadini che ti hanno eletto e che hanno
avuto fiducia in te. Se per un solo attimo,
mentre svolgi il tuo ruolo di
rappresentante delle Istituzioni, senti di
fare qualcosa per interesse tuo
personale, abbandona tutto subito,
perchè quello non sarà più il tuo posto”.
“Bulow, ci mancherà la tua semplicità
quando passavi le serate con noi nel
casolare della campagna romagnola
mangiando prosciutto e piadina giocando
a scopa, ricordo quando mi dicevi che
per tua convinta ideologia rifiutavi la
proprietà privata e vivevi in una casa
popolare ad equo-canone e che tu da
solo pagavi di più di tutti gli altri
condomini messi insieme, considerando
che percepivi lo stipendio di Senatore
della Repubblica.
Ricordo che mi dicevi che a Roma ci
andavi in treno con la tessera da
Senatore e rifiutavi auto blu, voli di Stato
ed altri privilegi poichè erano costi a
carico della collettività. Sei stato un
grande politico che ha sempre avuto
rispetto per la gente e il Paese che
rappresentavi, quel rispetto che questi
politici farabutti e delinquenti, che si sono
autoeletti e che ti hanno succeduto nel
tuo ruolo, hanno solo per i poteri forti dei
quali sono servi, hanno rispetto per Don
Ciccio che gli procura i voti, hanno
rispetto per i loro loschi interessi nel
controllare il loro potere, tranne che per
noi.
Non ti ho mai chiesto se credevi in Dio, o
se eri ateo o semplicemente laico, ma
quando lo incontri gli devi dire che quelli
come te quaggiù non ci sono più, e che
se non ci pensa Lui a salvarci per noi
sarà veramente la fine. Ciao Bulow.”
Antonio

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